Per i nostri scopi di bricolage, il materiale reperibile presso i rivenditori è l’ideale, perché già pronto per l’uso: pulito, ordinato in matassine per calibro, già trattato. Gli artigiani più esperti riescono, comunque, a creare cesti con altri tipi di legno: dal giunco al melograno. Dagli alberi di Salix viminalis, Salix alba e Salix triandra si ricava dell’ottimo vimi- ne se i ceppi sono tagliati durante il periodo autunno invernale dopo la caduta delle foglie. Dopo il taglio, i rami lunghi di salice vanno ripuliti dai rametti laterali, selezionati in base al diametro e lunghezza, e raccolti in mazzi. Durante queste operazioni, vanno eliminati i rami che hanno subìto della grandine o che sono stati danneggiati da animali, perché, anche se le ferite si sono cicatrizzate, in quei punti è più facile la frattura durante la lavorazione. Nella lavorazione, si utilizzano legni definiti “montanti”, che essendo rigidi sono quelli che costituiscono le scheletro dando sostegno e forma al cesto, e legni conduttori, i più teneri, che sono quelli che si avvolgono attorno ai montanti e costituiscono la tramatura del cesto. Mentre i montanti sono costituiti preferibilmente da legni rotondi di vari diametri, i legni conduttori possono essere sia a lasagnetta che rotondi. In entrambi i casi si possono utilizzare diametri differenti. Per dei bei cesti consistenti si usano matassine di montanti da 3 a 6-6,5 mm di diametro e matassine di conduttori da 2,5 a 5 mm di diametro; per cesti piccoli e più raffinati si adoperano matassine per montanti e legni conduttori anche di 1 mm di diametro. Se disponete di ceppi di salice da cesti, potete tagliare i rami di due anni che sono robusti, ma ancora sufficientemente elastici, per realizzare lo scheletro di un cesto con manico per la raccolta della frutta.
Cestino rotondo
Il cestino
La prima operazione è la scelta del legno. I legni più consistenti, più rigidi, diventeranno montanti, mentre i più morbidi e teneri costituiranno la tramatura. Segue il taglio dei montanti. I legni, di uguale diametro, devono essere tutti della stessa lunghezza.
I montanti di partenza sono sette. Si sormontano a croce: quattro rami su tre rami. L’ottavo montante è appoggiato al gruppo di tre e girato attorno all’incrocio per fissarlo. Alla fine dell’operazione si avranno otto montanti incrociati in quattro rami su quattro.
La terza foto ritrae il retro dell’operazione precedente.
La quarta foto mostra la fine del primo giro del filo conduttore.
Si inizia con il secondo giro. Il filo conduttore arriva al primo montante e passa dietro. I successivi montanti passano uno davanti e uno dietro al filo conduttore, alternativamente. In questo modo i montanti cominciano a separarsi. Man mano che si prosegue, occorre tirare il filo che sale.
La prima foto in basso ritrae il retro dell’operazione precedente.
Risulta essere possibile che il filo si rompa o comunque finisca. Il nuovo legno da inserire, definito “giunto”, deve fare un secondo giro per essere fissato bene. L’inizio del giunto deve restare all’interno. Solamente a fine lavoro si taglieranno tutte le partenze dei nuovi legni.
È finito anche questo giunto. Si riparte con un altro. Sempre tirando bene il filo, si continua a crescere in tondo e allargare i montanti.
Si cominciano a piegare i montanti.
Finito il fondo, si preme nella sua parte centrale, cioè nel punto di partenza, affinché diventi piatto e il cesto possa restare in piedi. Per cesti di piccole dimensioni, questa operazione la si fa con le mani: si preme con i pollici al centro mentre le altre dita e il palmo della mano tengono i bordi. Ma per cesti in cui si utilizza midollino di grosso calibro, ci si può aiutare con qualche colpo di martello per appiattire bene il fondo.
Ora si fanno alcuni giri con la lasagnetta di bambù come elemento decorativo. Si riprende con il midollino aprendo bene i montanti. Siamo a metà cesto. Per dare maggiore robustezza al lavoro, si fanno uno o due giri con un filo doppio di midollino. Si prosegue scambiando i fili a ogni montante. I giri daranno consistenza e resistenza al cesto.
Alla fine dei giri di rinforzo, si taglia il filo esterno e lo si inserisce dove è iniziata la partenza del secondo filo. Questo permette al filo di bloccarsi e al cesto di non aprirsi.
Ora occorre avvicinare i montanti.
Fatti tre giri, si riaprono i montanti per fare l’imboccatura del cesto.
È il momento di chiudere il cesto: si girano i montanti attorno al filo conduttore.
Con la pinza si dà un sagoma piegando all’esterno il bordo.
Questo è il giro di chiusura: si rifinisce il bordo infilando il midollino ben stretto.
Il giro di chiusura è terminato. Si tagliano i fili interni, le giunte, con la pinza dopo che il midollino si è asciugato.
Il coperchio
Si procede adesso con il coperchio. Il procedimento è analogo alla precedente lavorazione. Si incrociano sei montanti; il settimo montante è il filo conduttore di avvio alla lavorazione. Ovviamente la lunghezza dei montanti per il coperchio è più corta rispetto a quella dei montanti utilizzati per il cesto. Il filo conduttore passa i montanti, alternativamente davanti e dietro. In questo modo i montanti cominciano a separarsi. Man mano che si prosegue, occorre tirare il filo che sale. Il coperchio viene bombato nel senso inverso al cesto.
Il coperchio è terminato. Si prosegue con i giri di chiusura e taglio dei giunti sporgenti.
Un elemento decorativo, ma anche una comodità per la presa, è il fiocco. I fili utilizzati sono due e in bambù. Si ripiega il primo filo; nell’asola si fa passare il secondo filo.
Si ottengono tre capi di filo che permettono di proseguire in una treccia.
Per fermare il filo, si infila il capo nell’ultimo incrocio allargato leggermente con il punteruolo. Si effettua questa operazione per entrambi i capi.
Si chiude la treccia a fiocco. Con un punteruolo, si allarga al centro la treccia per far passare una lasagnetta che, ben tirata, chiuderà il fiocco.
Passati i capi della lasagna nella treccia, si fanno passare al centro del coperchio, nel punto di inizio della lavorazione del coperchio.
Uno dei capi della lasagna viene fatto passare all’esterno. Si gira un paio di volte alla base del fiocco per alzarlo e si infila nuovamente all’interno. Entrambi i capi devono essere fissati passandoli più volte nella tramatura. Tagliati tutti i fili, il lavoro è terminato.
Cesto a gondola
La tecnica a gondola è piuttosto complessa, in quanto i punti di partenza per la lavorazione sono due. Non si procede in modo concentrico, ma si cresce poco a poco congiungendo al centro la tramatura.
Si mette in ammollo il midollino per circa un’ora. Si inizia facendo un cerchio con il midollino. Un capo resta lungo e volante.
Si fissa il capo libero con una lasagnetta al cerchio. È uno dei due punti di partenza della lavorazione. Il midollino fissato sarà il manico, mentre dal cerchio ce: si otterranno i bordi del cesto.
Ora si lega un altro midollino con la lasagnetta a un angolo. Sarà uno dei montanti. Si inizia il lavoro passando con la lasagnetta attorno ai montanti di midollino in modo alterno.
Ogni montante va fissato ai due lati. Ogni due giri, la lasagnetta che costruisce la tramatura va girata due volte attorno al midollino dei bordi.
Si montano altri tre montanti della stessa misura, infilandoli nella tramatura di inizio lavoro.
Nella foto numero 5 è già visibile la sagoma del cesto, costituita dal manico, quattro midollini portanti e tre midollini montanti, nonché la lasagnetta che girando fissa montanti e portanti tra loro.
Per dare la forma ovale occorre inserire un robusto legno tra i punti di partenza, affinché portanti e montanti del midollino siano ben tesi.
Si aggiungono altri montanti che si legano ai precedenti con la lasagnetta. Tra portanti e montanti aggiunti si avranno in totale 11 legni in midollino.
Si prosegue facendo un pezzo a destra e uno a sinistra, per avvicinarsi al centro. Si aggiungono altri due fili di midollino di 5-6 mm di diametro al manico, per conferirgli maggiore resistenza.
La tramatura prosegue da destra e da sinistra fino al centro. I capi dei giunti saranno tagliati a lavoro ultimato. Per arrivare alla fine della lavorazione si impiegano circa 2 ore e mezza per un cesto di medie dimensioni.
Ora occorre rifinire il manico. I fili di midollino vengono fissati con la lasagnetta che passa alternativamente dentro e fuori. Il cesto a gondola è completo.