Per iniziare a lavorare a maglia servono ferri e filati.
Comprare i ferri giusti
Scegliere con cura quali ferri acquistare è forse ancora più importante che comprare filati di qualità. Di fatto il filato, nel lavoro a maglia, è un materiale di consumo. Capita a volta di comprare materiali di consumo di qualità modesta, che ci lasciano insoddisfatti, e sicuramente non è piacevole ma, quand’anche accada, sappiamo che una volta usati ci basterà ricordarci di non comprare più quel prodotto.
I ferri sono uno strumento di produzione, come si sarebbe detto un tempo. Sono qualcosa su cui vale la pena investire perché resteranno con noi per molti anni. Un gomitolo di lana dura il tempo di lavorarlo (e, sì, anche il tempo di indossare il capo prodotto), i ferri possono facilmente restare con noi per tutta la vita. Scegliere ferri di qualità, anche se più costosi, è quindi molto importante. Un ferro di buona qualità ci permetterà di lavorare meglio, in modo più preciso, meno faticoso, più veloce, con meno errori. Non è un intervento miracoloso, ma delle punte giustamente aguzze (né troppo né troppo poco) e prive di “barbe” causate da una cattiva rifinitura impediranno al filo di impigliarsi e strapparsi, per esempio.
Non vale quindi la pena di acquistare ferri da quattro soldi, a meno che non sia per avere un backup di emergenza (i ferri “a perdere” da portare in vacanza o su cui parcheggiare i lavori in corso). Meglio investire sull’acquisto di ferri belli, di buona qualità e che possano servirci per molto tempo.
Sempre più spesso le aziende propongono i ferri in confezioni, una serie di ferri completa, dei numeri più popolari (di solito a partire dai 3 mm e fino ai 5 o agli 8 mm), tutti uguali, già contenuti in una bella custodia in tessuto, plastica o legno. Si tratta di una soluzione ottima se già hai fatto mente locale su quale tipologia e magari marca di ferri ti piace, ma sconsiglio di acquistare un kit come primo approccio. Meglio prima esplorare un po’ il mercato, comprando ferri di varie marche e vari produttori per testarne le caratteristiche.
Mano a mano che ti occorre acquistare dei ferri per eseguire qualche lavoro, prova a comprare ogni volta una marca diversa o diverse versioni di ferri della stessa marca.
Nelle mercerie di solito troverai poca varietà: spesso la merceria compra i ferri dal fornitore che li ha al prezzo minore. Un buon negozio di filati dovrebbe avere invece 2-3 marchi diversi tra cui scegliere. Se hai uno di questi negozi a tiro, chiedi di vedere le loro opzioni: il titolare sarà felice di mostrarti tutte le tipologie di ferri. In alternativa puoi comprare i ferri presso i molti negozi di filati on-line: in questo caso non è possibile provare i ferri, ma prova comunque a comprare tipologie di ferri diversi di volta in volta.
Per realizzare i capi e gli accessori proposti in questo libro ti serviranno diversi tipi di ferro. Personalmente prediligo lavorare con i ferri circolari, composti da due corte punte connesse da un cavo flessibile. Quasi tutto quello che descriverò nel libro è eseguito con i circolari, che permettono di eseguire lavorazioni in tondo (per fare cappelli o maglioni senza cuciture), ma possono essere usati anche per lavorare in piano (per fare sciarpe o maglioni a pezzi cuciti). Ovviamente, per le lavorazioni in piano è possibile usare anche i ferri dritti: due bacchette lunghe da 20 a 80 cm con una punta a un’estremità e un pomello all’altra, che sono di gran lunga i più facili da trovare. Infine, per le cose più piccole e da lavorare in tondo è utile il gioco di ferri, formato da 4 o 5 corti ferri con punte a entrambe le estremità, ma potresti anche optare per il metodo magic loop, da effettuarsi con un lungo ferro circolare.
Il gioco è il tipo di ferri più antico (risale a oltre un millennio fa) e fino al 1700 era l’unico tipo di ferri esistente. Si tratta di uno strumento sorprendentemente semplice da usare, una volta che avrai imparato come manipolarlo.
I ferri possono avere punte più o meno affilate: assicurati comunque sempre che siano sufficientemente fini da poter entrare senza difficoltà nelle maglie e abbastanza lisce e uniformi da non impigliarsi nel filo. I ferri con la punta più arrotondata sono da molti preferiti per lavorare i capi a maglia rasata o nei punti più semplici (coste, grana di riso ecc.), mentre i ferri con la punta più aguzza sono considerati ottimi per punti complessi come le trecce o per lavorare i filati sottili per le lavorazioni a pizzo.
Anche il materiale con cui il il ferro è costruito fa differenza.
I ferri metallici sono quelli più lisci e scivolosi, ottimi per chi ha la mano stretta. I ferri in bambù o legno sono meno scivolosi, ottimi per lavorare la seta o altri filati molto lisci, che dai ferri metallici tenderebbero a “sguisciare” troppo. Altri materiali hanno caratteristiche diverse: perfino tra metallo e metallo ci possono essere differenze (l’ottone nichelato è molto più scivoloso dell’acciaio o dell’alluminio anodizzato).
Se vi capita un ferro che scivola troppo poco, provate a passarvelo tra i capelli o sulla fronte per trasferirvi un po’ di sebo. Se un ferro in legno o bambù invece ha una punta irregolare o troppo poco affilata (o scheggiata), puoi facilmente correggerla usando una limetta per unghie: usa la limetta dal lato più ruvido per risagomare la punta e dal lato più fine per lisciarla. Puoi rifinire il lavoro sempre con una di quelle limette che si usano per lucidare le unghie, rendendo il ferro stupendamente liscio.
Oltre ai ferri ci sono una quantità di piccoli accessori utili: ago da lana e forbici servono più o meno sempre, i marcapunti sono anellini da infilare sul ferro o spilline da inserire nelle maglie, e anche questi ci saranno spesso utili. Bene è tenere a portata di mano anche i ferretti ricurvi per le trecce, un uncinetto per riprendere le maglie, qualche filo di scarto per mettere il lavoro in attesa e, ovviamente, righello rigido e metro da sarta per prendere le misure.
Numero ferri in mm
1-1,5 Cotoni sottilissimi per lavorare il pizzo
2 – 2,5 – 3 Filati baby
3 – 3,5 Filati a 4 capi cablé
4 – 4,5 Lana sport a 4 capi
5- 5,5 – 6 Lana sport a 4 capi
7-12 Lane molto grosse e operate.
Ferri normali
Ogni tipo di filato necessita di una misura precisa di ferri, espressa in mm. In commercio si trovano ferri in plastica, acciaio, legno, a 1 e a 2 punte. Quelli a 1 punta vengono impiegati in coppia per lavorare le parti piatte, gli altri sono utilizzati in gruppi di 5 (gioco-ferri) per realizzare calzini e altre lavorazioni senza cuciture. I ferri hanno diversa lunghezza, a seconda del tipo di lavoro da eseguire (numero di maglie basse o alte).
Ferro circolare.
È costituito da 2 ferri collegati da un filo di plastica flessibile. Si usa per lavorazioni tubolari laddove il gioco-ferri risulta insufficiente a causa dell’elevato numero di maglie. Si trova in commercio in varie misure.
Ferro ausiliario.
È un piccolo ferro, utilizzato nelle lavorazioni a treccia, per tenere momentaneamente in sospeso alcune maglie.
Altri Attrezzi
Fermamaglie. La forma è simile a quella di una spilla da balia piuttosto grossa. È usato per tenere in sospeso parecchie maglie, da lavorare in un secondo tempo.
Contagiri. Inserito alla fine del ferro, consente di conoscere quanti ferri sono stati lavorati.
Aghi da lana. Sono necessari per l’assemblaggio dei vari pezzi e per ricamare a punto maglia. Hanno la punta arrotondata.
Arcolaio. Serve a dipanare la lana che si acquista in matassa, o aiuta a formare i gomitoli mentre state disfando una maglia.
Metro. Il metro a nastro, da sarta, è indispensabile per definire le misure del modello.
Uncinetto. Necessario per rifinire i colli, i bordi delle copertine o per formare le frange.
Scegliere i filati
Nello scegliere il filato con cui eseguire un lavoro a maglia è necessario porre attenzione a molti parametri. Ovviamente, ci sono le varianti legate al tipo di lavorazione che vogliamo eseguire: i filati possono essere estivi, freschi, o caldi e invernali; fibre diverse hanno volumi diversi ed elasticità diverse, quindi possono essere adatti a lavorazioni differenti.
Quando segui un modello, consiglio di acquistare il filato indicato nelle istruzioni o il filato più simile possibile che riesci a trovare, con una composizione e una struttura simile e che tassativamente produca la stessa tensione richiesta dal modello. Se invece vuoi usare una ricetta come quelle contenute in questo libro, usa il filato che hai a disposizione: il campione ti aiuterà anche a capire quali sono le lavorazioni più adatte.
A parte questi dettagli tecnici, però, il filato va scelto anche in funzione delle sue altre caratteristiche. Le nostre scelte in fatto di filati impattano molti aspetti dell’economia e dell’ecologia. La maggior parte dei filati industriali hanno una filiera estremamente lunga: la fibra viene importata da tutto il mondo e quindi il filato viene rimpallato di azienda in azienda, spesso con viaggi lunghissimi, anche transcontinentali, prima della distribuzione. In questo percorso è quindi indispensabile mantenere un attento controllo della filiera. Molte aziende di filati oggi producono secondo standard piuttosto rigorosi: gli standard GOTS ( Global Organic Textile Standard) certificano per esempio la biologicità dei prodotti tessili. Per ottenere la certificazione GOTS è necessario che ogni singolo passaggio della produzione del filato (o del tessuto o del capo) sia biologico: almeno il 70% delle fibre deve essere bio e tutti i prodotti accessori (tinture e altri prodotti necessari) devono rispettare stretti criteri ambientali e tossicologici.
Non tutte le certificazioni sono equivalenti. Per esempio, la certificazione Oeko-Tex è principalmente mirata a prodotti privi di sostanze potenzialmente nocive. Il rispetto dello standard Oeko-Tex aiuta a rispettare anche il regolamento REACH dell’Unione Europea, stabilito per contribuire a migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente contro i rischi chimici. Un filato certificato Oeko-Tex è sicuro per la pelle e ha quindi una probabilità minore di impattare in modo negativo sull’ambiente ma può non essere biologico.
Altre certificazioni interessanti: il Global Recycle Standard, che attesta la produzione da sostanze seconde, e ovviamente la certificazione Fair Trade, poco usata nell’ambito tessile, che garantisce le pratiche produttive equosolidali. In Italia molte di queste certificazioni sono rilasciate dall’ ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale)
Le aziende più piccole in genere non dispongono di certificazioni. Per un artigiano o un piccolo produttore (che sia un allevatore, un tintore o un filatore) ottenere una certificazione è estremamente oneroso, a fronte di vantaggi limitati per questo tipo di business. Ovviamente, un artigiano ha una filiera molto corta: vende direttamente il suo prodotto, passando solo di rado da negozi. Generalmente questi artigiani sono felici di spiegare il filato e i prodotti usati per la tintura, anche se magari non scendono in dettagli eccessivi per quanto riguarda le tecniche usate (a meno di frequentare un corso a pagamento). Nella mia esperienza, gli artigiani tendono a essere molto onesti sulle caratteristiche del loro lavoro, anche se mi è capitato occasionalmente di incontrare persone meno che trasparenti che spacciavano dei filati misti acrilico per pure lane.
Nell’acquistare un filato, presta attenzione all’etichetta. Su questa troverai tutte le caratteristiche essenziali del filato. Conserva le fascette per futura referenza.
Peso e lunghezza del gomitolo. Il peso è condizionato a monte, ogni gomitolo è formato in modo che raggiunga il peso dichiarato in fascetta. Siccome il peso del gomitolo è legato alle sue condizioni di umidità e di conservazione, aspettati un minimo di variazione. Anche la lunghezza del filo può variare leggermente a seconda delle tinture, dell’umidità ambientale (che può far rilassare le fibre) e di altre caratteristiche.
La variazione è di solito compresa in un range del 5%.
Composizione del filato. Per la legge italiana, la composizione deve essere espressa in percentuali con un range di variazione di ± 7%. Questo significa che se la fascetta dichiara una composizione “50% lana, 50% cotone”, le percentuali reali potrebbero essere 45% lana e 55% cotone o, viceversa, 56% lana e 44% cotone. Da un lato è possibile che questa variazione sia determinata da una distribuzione leggermente irregolare delle fibre, dall’altro è impossibile arrivare con i metodi di analisi a una precisione superiore. Ovviamente, quando il filato è una miscela di una fibra sintetica e una pregiata e naturale, è possibile che questa tolleranza sia usata a vantaggio del produttore.
Istruzioni di lavaggio e cura del filato , non diverse da quelle che trovi nelle etichette dei capi finiti.
Eventuali certificazioni ; queste ultime non sono obbligatorie, ma nessuna filatura certificata si lascia sfuggire l’opportunità di stampare i marchi delle certificazioni sulla fascetta.
Filati di Lana
La lana è il pelo che ricopre la pelle della pecora; la isola dal freddo e dal caldo, mantenendone costante la temperatura del corpo. La Merino è la razza ovina che fornisce il miglior tipo di lana. Ha fibra non molto lunga, con un diametro piccolo, proprietà che ne determinano la superiorità rispetto alle altre lane. È molto morbida e soffice, fittamente ondulata. Altre razze ovine da cui si ricavano lane meno pregiate sono le razze incrociate o indigene. Dopo la tosatura avviene la separazione dei bioccoli di lana più fini e regolari del dorso, fianco e collo, da quelli meno pregiati del ventre e delle gambe. I bioccoli vengono battuti e aperti per togliere le impurità superficiali e poi lavati. Dopo l’asciugatura, il fiocco di lana viene controllato, cardato, filato. Il filato cardato ha fibre lunghe e corte, disposte irregolarmente in tutte le direzioni, per cui è più soffice e rigonfio. Il filato pettinato ha fibre di lunghezza uniforme, disposte parallelamente, in modo omogeneo, successiva- mente stirate e ritorte, in modo da formare un filo regolare, liscio e resistente. Le lane merino sono destinate alla filatura pettinata, mentre le lane incrociate sono più usate nella filatura cardata. Le lane speciali sono ricavate da animali appartenenti alla famiglia dei camelidi e dei caprini. In questo caso non si ricorre alla tosatura, ma il pelo è raccolto trami- te pettinatura, operazione più complessa e perciò responsabile dell’alto costo di queste fibre. Una lana particolare è anche l’angora, fornita dal coniglio.
Filato sport. Si impiega per lavorazioni resistenti quali sciarpe, calze, guanti, berretti, golfini, maglioni sportivi e giacconi.
Filato mohair. I capi realizzati con questo filato risultano leggeri e soffici, siano essi lavorati a maglia rasata che a punti operati. È un filato ideale per realizzare scialli, golfini cache-coeur.
Filato Shetland. Come la lana sport viene usato per realizzare maglioni, guanti, sciarpe.
Cammello. Si usa per realizzare coperte, golfini e scialli.
Lana bouclé. Ideale per maglioni, berretti, sciarpe.
Filato sport a 4 capi. È molto comune, generalmente è in lana pettinata di diverse grossezze.
Filato mohair. È prodotto dalla capra d’angora.
Filato Shetland. Lana ottenuta dalla pecora shetland, poco ritorta e leggermente pelosa.
Cammello. È un filato molto pregiato. Prende il nome dall’animale da cui si ricava.
Lana e lurex. È un filato di lana unito a fili metallici, usato per capi eleganti (scialli, golfini).
Lana bouclé. È un filato fantasia usato solitamente con punti molto semplici, come la maglia rasata.
Alpaca. Ha le stesse caratteristiche della lana cammello.
Lana baby. Morbida e leggera, ideale per corredini da neonato.
I filati di cotone, lino e seta
Il cotone è una fibra vegetale. Soffice, leggero, permette alla pelle di respirare e ha buone capacità di assorbimento. A differenza della lana non infeltrisce con i lavaggi, ma, al contrario, tende a divenire sempre più morbido. È una fibra molto resistente che non si usura, si tinge con facilità e il colore ha una buona tenuta ai lavaggi. I requisiti in base ai quali è giudicato sono: il grado (purezza e lucentezza delle fibre), il colore, la lunghezza della fibra e il carattere (grado di resistenza alla trazione e alla rottura). Composto per il 70% di cellulosa, il lino non provoca allergie, assorbe l’umidità e lascia respirare la pelle, pertanto è molto indicato per indumenti estivi. Alquanto resistente, può essere lavato moltissime volte senza alterarsi, anzi, con il passare del tempo diventa sempre più morbido. La seta è una fibra animale. Assorbe facilmente le tinture con una grande ricchezza di sfumature. È però molto delicata: non resiste alla luce solare e si macchia con il sudore. Anallergica, trattiene il calore del corpo. La vera seta si riconosce al tatto e dal peso.
Cotone ritorto: 4 capi, molto ritorto, ampia varietà di colori, molte anche le sfumature, misura 5: è usato per scialli, bluse, abiti, copriletto, tende e guarnizioni.
Cotone misto a filo metallico: 4 capi più un filo lamé, disponibile in bianco e molti colori, misura 5: è impiegato per maglioni e accessori di moda.
Cotone lucido: 4 capi, molto ritorto, ampia scelta di colori, misura 5: vi si realizzano scialli, abiti, copriletto, tende e guarnizioni.
Cotone cablé: 8 capi, molto ritorto, ampia scelta di colori, misura 3: si impiega per accessori di moda, copriletto, tovaglie e sottopiatti.
Cotone opaco: 4 capi, molto ritorto, disponibile in bianco e grezzo: vi si realizzano tovaglie; copriletto, rifiniture.
Cotone perlé: 2 capi, poco ritorto, molto lucido, ampia scelta di colori, incluse le sfumature, misura 5: è adatto per golfini e accessori di moda.
Cotone bouclé: 4 capi, filato fantasia, leggermente ritorto, morbido, misure varie: vi si realizzano maglioni, abiti e accessori vari.
Fettuccia di cotone: filato fantasia, piatto, ampia scelta di colori: vi si ricorre per borse, maglioni e accessori di moda. Da qualche tempo si trovano in commercio filati di cotone molto morbidi e molto grossi (ferri dal n° 6 al n° 12), ideali per realizzare velocemente simpatici maglioni e borse spiritose.